La spettroscopia FTIR per l’analisi in situ dei materiali dell’arte contemporanea. Le opere di Baj e Fontana nella collezione Boschi Di Stefano come casi di studio

Autore: Silvia Caravà; Tipologia: Tesi di laurea per il  Corso di Laurea  Triennale in Scienze e Tecnologie per lo Studio e la Conservazione dei Beni Culturali e dei Supporti dell’Informazione, Università degli studi di Milano

Licenza: CreativeCommons CC BY-NC-ND 3.0 ;  Anno: 2015;  Lingua: italiano

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Abstract

Nel presente lavoro sono state valutate le prestazioni della spettroscopia FTIR in riflessione per l’identificazione non invasiva dei materiali della pittura contemporanea. Sono stati acquisiti gli spettri FTIR in trasmissione e in riflessione di pigmenti organici di sintesi, integrando la banca-dati di spettri FTIR in costruzione presso il laboratorio. Poi si sono acquisiti gli spettri FTIR in riflessione degli stessi pigmenti sotto forma di stesure con olio di lino e con l’acrilico Primal AC-33. Sono poi stati analizzati ventuno colori commerciali, ad olio, acrilici ed alchidici. Si è quindi voluto valutare la possibilità di riconoscere sia i leganti che i pigmenti presenti nelle stesure dei pigmenti nei colori commerciali, utilizzando un apposito software per la ricerca nella banca-dati costruita. Per l’analisi dei colori commerciali, si sono introdotti nella banca-dati gli spettri FTIR composti di colore bianco tipicamente utilizzati come cariche nella preparazione della pittura.Infine, si è sperimentato il metodo analizzando “in situ” dipinti degli anni ’50 del XX secolo e appartenenti alla Collezione Boschi Di Stefano di Milano. Si sono esaminate tre opere di Enrico Baj (1924-2003), sei di Lucio Fontana (1899-1968) e una di Aldo Bergolli (1916-1972), quest’ultima del 1947.L’analisi FTIR ha permesso in molti casi di riconoscere il legante utilizzato. Quanto ai pigmenti in nessun caso è stato possibile identificare un pigmento organico sintetico (benché misure di riflessione nel visibile effettuate da altri partecipanti allo studio abbiano dimostrato ad esempio l’uso di blu e di verdi di ftalocianina), mentre sono stati identificati: il blu di Prussia nei blu e in alcuni neri delle opere di Baj e il blu oltremare nel dipinto di Bergolli; il viridian o verde ossido di cromo trasparente in uno dei tre quadri di Baj; il bianco di zinco in tutti i dipinti di questo autore, mentre nelle opere di Fontana si è riconosciuto anche l’uso di bianco di titanio e di bianco fisso. Complessa è risultata l’analisi dei pigmenti di colore nero. Sono stati anche rinvenuti prodotti di degrado, quali ossalati di calcio e di zinco.

In conclusione, la spettroscopia FTIR in riflessione costituisce un utile mezzo per l’identificazione “in situ” dei materiali nelle opere pittoriche contemporanee, in particolare per il riconoscimento dei leganti, mentre ha permesso di individuare solo una parte dei pigmenti impiegati.

 


 

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