Elaborazione ed applicazione di un sistema di pulitura per l'assottigliamento di strati di carbonatazione su superficie murale dipinta sensibile, realizzato mediante soluzioni acquose addensate a pH debolmente acido

Autore: Nicola M., Scalesse R., Coluccia S. ; Tipologia: Atti di Convegno

Licenza: © Nardini Editore Lo Stato dell'Arte 4, Atti del VI Congresso Nazionale IGIIC, Siena 2006;
Anno: 2006; Lingua: italiano 

Download pdf (2.101 Kb)                                                                     Data di pubblicazione on-line: 23/12/2011

Abstract
Lo studio nasce dall’esigenza di risolvere il problema della pulitura e consolidamento degli affreschi siti all’interno dei criptoportici romani rinvenuti presso l’antica città di Formia. L’ambiente ipogeo aveva favorito la formazione di incrostazioni carbonatiche molto coerenti e di elevato spessore che si erano sviluppate al di sopra di pitture murali di minore durezza. Dopo aver ottenuto risultati deludenti con l’applicazione delle tecniche tradizionali (resine a scambio ionico, carbonato d’ammonio, pulitura meccanica, ecc.)  si è messo a punto un sistema su misura che potrebbe trovare applicazione anche nei numerosi casi a questo analoghi. Il sistema messo a punto ha permesso di ottenere buoni risultati su diversi versanti che vanno dall’imprescindibile attento rispetto per la superficie sottostante, alla facilità di applicazione e di adattabilità  al contesto operativo, dalla facile rimozione di eventuali residui, all’elevata sicurezza per l’operatore che può impiegare un prodotto pressochè atossico e senza odore. Di estrema importanza anche la proprietà di non introdurre sali solubili abbinata alla qualità, verificata mediante misurazioni del pH, di autolimitarsi nel tempo che garantisce l’arresto degli effetti di ipotetici residui.
Non è infine da trascurarsi anche la buona velocità operativa che permette di limitare al minimo il contatto della superficie dipinta con l’addensato contenente acqua. Molti sistemi tradizionalmente impiegati, infatti, prevedono il contatto protratto nel tempo con soluzioni acquose spesso non adeguatamente addensate contenenti agenti in generale aggressivi che hanno così il tempo di diffondere attraverso la naturale porosità del supporto e permanere continuando a danneggiare in profondità il substrato. Le soluzioni acquose, in particolare se libere e/o applicate per lunghi periodi, tendono inoltre a rigonfiare e infragilire gli strati carbonatici anche a profondità ragguardevoli e portano spesso a  estesi fenomeni di ricristallizzazione superficiale (quest’ultimo fenomeno è di particolare intensità nel caso dell’impiego di agenti pulenti come il carbonato d’ammonio).


 



APRI FILE

Informazioni aggiuntive