Caratterizzazione di alabastri egiziani, storici  e contemporanei

Autore: Marturella M. ; Tipologia: tesi di Laurea Triennale in Scienze e Tecnologie per i Beni Culturali

Licenza: CreativeCommons CC BY-NC-ND 3.0 ; Anno: 2010; Lingua: italiano

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Abstract
L’origine della parola alabastro è dibattuta: nella lingua greca, come in quella latina, alabastro è sinonimo di vaso e resta da stabilire se è il materiale che ha dato la denominazione all’oggetto o viceversa. Egizia ne è certamente la provenienza, come dall’Egitto risalgono i vasi più antichi dei quali si ha la conoscenza. Pare che vi esistesse una città, Alabastron, celebre per la manifattura di vasetti ed anfore destinate a conservare profumi ed unguenti: se ciò è vero non è da escludere che sia il nome della città egizia che ha originato la denominazione del recipiente e del materiale. Oppure il nome potrebbe derivare più lontano dalla parola egiziana A-LABASTE, con riferimento alle navi della dea egizia Bast, raffigurata, con corpo femminile e testa di gatta, spesso raffigurata su questi vasi di alabastro. Con il nome di alabastro vengono generalmente indicate due differenti tipologie di roccia: una costituita da solfato di calcio biidrato (gesso), l’altra da carbonato di calcio che a seconda della sua fase cristallina può presentarsi nella forma di calcite o aragonite. La prima costituisce l’alabastro del volterrano o alabastro gessoso, l’altra l’alabastro calcareo conosciuto anche come alabastro orientale. L’alabastro gessoso in Italia si rinviene quasi esclusivamente nelle vicinanze di Volterra; quest’ultimo si sarebbe formato in terreni miocenici, attraverso un processo chimico di solfatazione delle rocce carbonatiche dovuto all’emanazione di idrogeno solforato. L’alabastro calcareo, originato da depositi di acque calcarifere, fu largamente sfruttato nell’antichità. Spesso chiamato alabastro orientale dal momento che i primi esempi provenivano dal lontano Oriente. L’alabastro Egiziano è stato scarsamente studiato al fine di una caratterizzazione minero-petrografica e chimica, e pochi sono in letteratura gli esempi di indagini sulle caratteristiche e natura di questo materiale. L’individuazione della cava di provenienza di manufatti e campioni in alabastro riveste grande interesse, ma si dimostra un’impresa difficile, e le attività a questo proposito sono relativamente poche. Esse sono in gran parte limitate agli studi effettuati dall’Università di Assiut.
 

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